Guida alla scelta del casco per mountain bike

Il casco è parte integrante ed indispensabile dell’attrezzatura che ogni biker deve avere.

Negli ultimi anni la sensibilizzazione verso l’utilizzo del casco è diventato uno dei temi che stanno più a cuore all’UCI ed alle varie federazioni che lo hanno reso obbligatorio dal 5 Maggio 2003.

Il casco, oltre a proteggere nel caso di cadute, ha la funzione anche di riparare da rami e da altre sporgenze, dal sole e da sassi o da altri materiali e detriti, i quali potrebbero colpire la testa.

Il casco da MTB è un dispositivo di sicurezza a tutti gli effetti e come tale sottoposto ad omologazione. Per questo motivo la prima cosa da controllare, quando si acquista un casco per andare in bici, è la certificazione UNI EN 1078. Si tratta della normativa specifica per i caschi da bici, skate e pattini e solitamente è seguita in etichetta dall’indicazione di un anno. Essa distingue i veri caschi da quelli che non sono altro che cappelli in plastica rigida.

Casco per Mtb: da quali elementi è composto?

Ogni casco è formato da vari elementi, ognuno dei quali è costruito con materiali diversi per dare al la capacità di assorbire e dissipare la forza in caso d’impatto.

Si tratta di:

  • calotta interna, il cuore del casco, la parte deputata ad assorbire e disperdere la forza d’impatto. È costruita, nella maggior parte dei casi, in polistirene espanso (polistirolo). Nei caschi di bassa gamma vi è uno strato unico e di solo polistirolo. Quelli di gamma alta possono presentare dei rinforzi all’interno per permettere di avere prese d’aria più grandi senza compromettere il livello di protezione o presentare strati di diversa densità per gestire meglio l’assorbimento degli impatti.
  • Calotta esterna, la parte che conferisce al casco la capacità di distribuire su di una superficie maggiore la forza d’impatto. È costruita con materiali molto resistenti agli urti, come materie plastiche ad esempio il policarbonato, polimero utilizzato anche per le piastre balistiche dei giubbotti anti proiettile o con fibre stratificate come il carbonio, la fibra di vetro, il kevlar o un mix di tutte queste. L’accoppiamento con la calotta interna può essere con colla nei caschi di bassa gamma, oppure con la tecnologia in-mould, in cui calotta esterna ed interna sono “fuse” insieme, per quelli di gamma più alta.
  • Gli agganci servono per tenere il casco fisso al suo posto e per evitare che si scalzi. Possono essere in cordura di nylon oppure in polipropilene, con vari tipi di aggancio. I più comuni sono a sgancio rapido o a doppia D negli integrali. Nei caschi aperti è presente poi un registro della calzata nella zona occipitale.

Come scegliere il casco per Mtb?

Prima di procedere con la scelta definitiva del casco per mountain bike più adatto è fondamentale tenere in considerazione la destinazione d’uso (per quale motivo ci servirà il casco?).

Vediamo quali sono le varie categorie di caschi e le discipline per cui sono stati pensati.

Cross Country

Si tratta della disciplina più pedalata della Mtb che si avvicina maggiormente al ciclismo da strada come intensità e prolungamento degli sforzi.

I caschi dedicati a questa disciplina sono molto simili a quelli utilizzati in bici da corsa. La differenza più grande si nota nel fatto che quelli per Mtb presentano una visiera che offre protezione dal sole e da eventuali rami che si potrebbero trovare lungo il percorso.

Sono caschi molto leggeri ed areati, visto che si prevede di tenerli indossati per svariate ore. Ma sono anche quelli che offrono minor protezione, lasciando esposti il viso e la zona occipitale. Quindi non sono propriamente indicati per chi, pur pedalando molto, predilige i sentieri sconnessi e rocciosi.

Questa tipologia di casco è indicato anche per chi ama le lunghe scampagnate domenicali senza velleità agonistiche o anche per chi usa la Mtb per il bike to work o come mezzo principale di trasporto.

All mountain

La “All Mountain” è una specialità non agonistica che rappresenta maggiormente ciò che dovrebbe essere il vero spirito della mountain bike.

Il significato della disciplina sta nel usare la Mtb senza fare a gara con altri o con il cronometro ma godendosi la montagna a tuttotondo, salite lunghe ed estenuanti, panorami mozzafiato e discese adrenaliniche.

I caschi per questa disciplina sono decisamente più protettivi visto che sono stati studiati per percorsi anche molto accidentati. Presentano sempre una discreta areazione ma sono più lunghi nella parte posteriore: proteggono maggiormente nuca e zona occipitale.

I caschi da MTB All Mountain possono andare bene anche per alcune discipline gravity come il Freeride, ovvero le discese che si effettuano sui sentieri – o single track – all’interno dei bike park.

Mtb enduro e Downhill

Sono discipline che richiedono l’uso di caschi integrali. Anche se somigliano molto a quelli utilizzati per il motocross, presentano delle differenze strutturali, come:

  • Non è possibile utilizzare caschi da downhill su mezzi a motore.
  • Essendo destinati ad una disciplina ciclistica dove le velocità sono inferiori rispetto ad una motociclistica, il materiale di costruzione e l’imbottitura sono più leggeri.
  • Sui caschi da downhill sono presenti un maggior numero di prese d’aria.
  • Imbottitura interna. Essendo caschi chiusi e più pesanti, è bene prediligere i modelli con imbottitura estraibile. Ciò permetterà di poterla lavare quando inevitabilmente inizierà ad avere un cattivo odore.

Dimensioni e taglia del casco per Mtb

La taglia del casco può essere espressa come per l’abbigliamento, dalla XS alla XL.

Normalmente ad ogni taglia corrisponde un margine di 2 cm più o meno di circonferenza. Per cui si passa dalla XS (53 cm o meno) alla XL (60cm e oltre) passando per S (54/55 cm), M (56/57), L (58/59).

Le misure sono indicative ed ogni brand ha le proprie con le relative caratteristiche. Quindi conviene provare il casco e verificare che ci sia anche un sistema di regolazione per stringere o allargare il dispositivo interno che lo tiene saldo in testa.

Un casco da MTB ben allacciato non dovrebbe stringere sotto il mento né sulla testa e contemporaneamente rimanere fermo senza ballare né frontalmente (quindi scivolando avanti e indietro) né lateralmente (scivolando quindi a destra o sinistra).

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