A partire dallo scorso 10 Novembre 2021 è entrato in vigore il nuovo codice della strada. Se ne è parlato abbastanza ma è cambiato davvero poco. Nulla o quasi è stato previsto per la sicurezza dei ciclisti. Ci si è limitati soltanto a modificare un comma di legge presente nel vecchio codice, introducendo l’obbligo di funzionamento delle luci in tutte le condizioni di scarsa visibilità. Vediamo nel dettaglio le novità.
Cosa prevede il nuovo codice della strada per quanto riguarda le biciclette?
La bicicletta è definita dal Codice della Strada come veicolo e come tale obbliga il ciclista al pieno rispetto delle norme che regolano la circolazione.
Il nuovo codice della strada prevede l’obbligo delle luci sulle biciclette. Da tempo si è sollevata la questione dell’obbligo delle luci sulle biciclette, necessarie per aumentare la sicurezza dei ciclisti quando sono su strada. Questi, infatti, su strada sono sempre poco visibili e poco considerati. Per questo motivo qualunque intervento legislativo volto a migliorare questa situazione è sempre gradito. Tuttavia, la nuova legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale si è semplicemente limitata a rendere obbligatorie le luci, oltre che nelle ore notturne, anche in tutte le condizioni di scarsa visibilità. L’obbligo delle luci non vale sempre ma solo quando ricorrono determinati presupposti.
Il comma 2 dell’articolo 68 del vecchio codice della strada è stato sostituito dal nuovo comma che recita così:
“I dispositivi di segnalazione di cui alla lettera c) del comma 1 devono essere funzionanti da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e anche di giorno nelle gallerie, in caso di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e in ogni altro caso di scarsa visibilità, durante la marcia sia nei centri abitati che fuori dai centri abitati”.
Nessun obbligo, pertanto, di tenere sempre le luci accese, ma almeno è già un piccolo passo avanti rispetto a quanto previsto nel passato.
Quali sono i dispositivi di illuminazione per bici ammessi dal codice della strada?
Il codice della strada elenca i dispositivi obbligatori per segnalare la propria presenza agli altri utenti della strada. Tali dispositivi devono essere presenti e visibili.
Si tratta di:
Luci bianche o gialle nella parte anteriore della bicicletta
Luci rosse e catadiottri rossi nella parte posteriore
Catadiottri gialli sui pedali e sui lati
La presenza del campanello era già prevista dal vecchio codice della strada. Nelle competizioni sportive non vi è alcun obbligo di luci né di dispositivi di segnalazione acustica.
Sicurezza dei ciclisti: perché non si interviene definitivamente?
Purtroppo duole ammetterlo, ma con il nuovo codice della strada il legislatore ha perso un’importante occasione per dimostrare finalmente di avere a cuore la sicurezza dei ciclisti.
Erano state avanzate diverse proposte, la stessa ACCPI, ovvero l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti, aveva spinto molto affinché fossero introdotte misure più stringenti per tutelare i ciclisti quando sono su strada.
Le nuove proposte per aumentare la sicurezza dei ciclisti
Fra le varie proposte presentate vi erano:
Introduzione della obbligatorietà del casco.
Introduzione del ritiro immediato della patente quando si usa il cellulare alla guida.
Introduzione della distanza minima vitale (1,5 mt)per il sorpasso dei ciclisti.
Introduzione del limite di 30 km/h in città sulle strade residenziali.
Introduzione di corsie preferenziali.
Potenziamento dellepiste ciclabili.
Provvedimenti per promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto.
Purtroppo non è stato introdotto nulla nel nuovo codice della strada che imponesse agli automobilisti un maggior rispetto per i ciclisti.
Sono decine di migliaia i ciclisti che ogni giorno circolano sulle strade italiane, dai cicloamatori ai professionisti agli utenti che utilizzano la bicicletta per gli spostamenti urbani. Ogni giorno percorrono decine di chilometri su strade rese sempre più pericolose dalle auto e dai mezzi pesanti.
Ciò che ha deluso maggiormente la platea sono state sia la mancata introduzione del ritiro immediato della patente per chi utilizza strumenti di distrazione come gli smartphone o i tabletdurante la guida dell’auto, sia la mancata introduzione della distanza minima di sicurezza di un metro e mezzo in fase di sorpasso.
Tra le varie proposte vi era stata anche quella di introdurre nel Codice la definizione, la descrizione e la relativa segnaletica di “strada a priorità ciclabile”, ovvero una strada ricavata da una strada di servizio, da una strada minore scarsamente frequentata o da una strada secondaria a basso traffico che sarebbe divenuta automaticamente ciclabile apponendo l’apposita segnaletica stradale.
Una segnaletica appositamente studiata che avrebbe permesso di dare la priorità alla circolazione delle bici rispetto alle auto, con limiti di velocità ridotti a 30 km/h, divieto di transito ai mezzi pesanti, divieto di sorpasso da parte delle auto e possibilità per i ciclisti di pedalare affiancati. Sarebbe stata una novità rivoluzionaria per l’Italia, che avrebbe consentito di rendere ciclabili migliaia di chilometri di strade scarsamente percorse dalle auto.
Soprattutto, sarebbe stata una norma che avrebbe avvicinato considerevolmente l’Italia al resto dei Paesi europei, dove la sensibilità nei confronti dei ciclisti è ben altra cosa.